Se tornando indietro nel tempo tu chiedessi a un uomo del Seicento: “Come è fatto l'universo”?, ti sentiresti rispondere che è formato da sette sfere concentriche di cristallo.
Nella più grande è incastonato il Sole, in quelle via via più piccole le altre stelle fisse. (Per Stelle fisse allora si intendevano i pianeti del sistema solare). Poi aggiungerebbe: “Creando suoni melodiosi, le sfere con i loro pianeti girano intorno alla Terra, che se ne sta immobile al centro”. Stupito, potresti porgli quest'altra domanda:” Perchè credi questo”?, e lui, se fosse cattolico, ti risponderebbe:”Perchè lo insegna la Chiesa”; se fosse protestante ti direbbe: “Perchè lo insegnala Bibbia”. E se tu incalzassi con altre domande, ti direbbe che in un passo biblico il condottiero ebreo Giosuè dice:”Sole fermati” e che, se si deve fermare, vuol dire che si sta muovendo.Queste certezze incrollabili, nate nel corso del Medioevo, furono distrutte da Galileo Galilei. Dopo essersi costruito un telescopio, copiando e potenziando quello inventato dagli ottici olandesi, egli osservò il cielo e dimostrò sperimentalmente che accadeva esattamente il contrario: era il Sole a stare al centro del sistema, mentre la Terra e gli altri pianeti gli giravano intorno. Al moto dei pianeti intorno alla loro stella diede il nome che si usava allora per indicare il percorso circolare di un corpo: rivoluzione. Poi dimostrò che, girando intorno al Sole, la Terra e i pianeti compivano anche un giro su se stessi e lo chiamò rotazione. La dimostrazione di Galileo confermava ciò che Copernico, un matematico polacco, aveva ipotizzato qualche decina di anni prima senza riuscire a trarre conclusioni decisive. Ora essa si diffuse tra i dotti, li convinse e cambiò radicalmente la direzione delle loro ricerche. Non fu invece accettata dal Tribunale dell'Inquisizione che, dopo un accanito dibattito interno, costrinse Galileo ad abiurare la sua teoria autoproclamandosi “empio” e “delinquente convinto”. Si consumò così la grande frattura tra la Chiesa e la “nuova scienza”. Solo nel 2000, grazie a papa Giovanni Paolo II, la Chiesa ha chiesto scusa per gli errori di allora e ha riabilitato il grande scienziato italiano.
sabato 29 maggio 2010
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