mercoledì 12 maggio 2010

INTERVISTA SUL METODO SCIENTIFICO


E' vero che lei fu il primo italiano a introdurre il metodo scientifico?

Sì, formalmente fui il primo a introdurre il metodo scientifico, con il quale si ha una serie di criteri ancora oggi validi: secondo me il libro della natura è scritto secondo leggi matematiche e per poterle capire è necessario eseguire esperimenti con gli oggetti che essa ci mette a disposizione. In seguito diranno che io ho attuato una Rivoluzione scientifica, cioè un cambiamento radicale: non un percorso circolare in cui ogni volta si torna al punto di partenza, ma una vera esplosione del pensiero umano, grazie alla quale voi oggi siete arrivati al computer. Ancora oggi la scienza moderna fa distinzione tra l'aspetto teorico e l'aspetto sperimentale, lei cosa ne pensa?

Né l'uno né l'altro sono preponderanti, poiché fa parte del metodo scientifico che un modello teorico spieghi un'osservazione sperimentale ed anticipi future osservazioni. Uno dei punti basilari è la riproducibilità degli esperimenti, ovvero la possibilità che un dato fenomeno possa essere riproposto e studiato in tutti i laboratori del mondo.

È vero che non sempre è possibile riprodurre sperimentalmente alcune osservazioni naturali?

Sì, è vero, infatti ad esempio, in alcune scienze come l'astronomia o la meteorologia, non è possibile riprodurre molti dei fenomeni osservati e allora si ricorre ad osservazioni e simulazioni digitali. Un altro esempio è l' evoluzionismo di Charles Darwin, che per essere verificato direttamente richiederebbe tempi d'osservazione talmente lunghi da non essere riproducibili in laboratorio (ad eccezione dei batteri); in questi casi le verifiche sperimentali si basano sull'analisi generica, su quella dei fossili e sugli esperimenti con microrganismi i cui cicli riproduttivi sono estremamente brevi.

Il suo contemporaneo era Francis Bacon, chi era costui?

Giusto, mio contemporaneo fu Francis Bacon che appartiene però alla corrente induttivista, alla quale in seguito aderirà anche Newton. Bacon tentò di costruire un metodo rigoroso al quale egli voleva ricondurre ogni descrizione e affermazione sul mondo e tramite il quale poter evitare quei pregiudizi che ostacolerebbero una reale percezione dei fenomeni della natura.

Insomma, ci può descrivere questo metodo scientifico?

Il metodo scientifico procede in conformità a sensate esperienze e dimostrazioni necessarie, le une e le altre integrandosi e correggendosi a vicenda dando origine all'esperienza scientifica, che non consiste né nella nuda e passiva osservazione né nella vuota teoria. L'esperienza scientifica è l'esperimento. Anche Aristotele teneva in gran conto l'osservazione. Io stesso affermai che Aristotele antepone le sensate esperienze a tutti i discorsi. Infatti, mentre egli scrive di stimare i cieli inalterabili, perché niuna cosa nuova si è veduta generarvisi o dissolversi delle vecchie, viene implicitamente a lasciarsi intendere quando egli avesse veduto uno di tali accidenti, avrebbe stimato il contrario e anteposto, come conviene, la sensata esperienza a natural discorso. Ma il mio esperimento è profondamente diverso dall'osservazione aristotelica. L'osservazione aristotelica è vicina all'esperienza di senso comune, mentre l'esperimento è il metodico interrogare la natura, che presuppone un linguaggio in cui formulare le domande e un vocabolario per leggere e interpretare le risposte. La mia esperienza scientifica è una sintesi di osservazione e ragionamento rigoroso. Nel mio esperimento la mente non è passiva, fa delle supposizioni, ne estrae con rigore delle conseguenze e poi va a vedere se queste si danno o meno nella realtà. La mente non subisce un'esperienza scientifica, la fa e la progetta. E l'effettua per vedere se una sua supposizione è vera. La sensata esperienza è il frutto di un esperimento programmato, è un tentar di costringere la natura a rispondere. Possiamo riassumere il metodo scientifico con lo schema sopra rappresentato.

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